Da cinque generazioni nella cartotecnica farmaceutica Italiana

di Elena Bonaccorso

Eugenio Favillini, C.E.O di Favillini Group, fa il punto sulle evoluzioni e le attuali criticità di un settore che vede tra i protagonisti storici l’azienda di famiglia dal 1886.

Dell’industria farmaceutica siamo abituati a considerare esclusivamente il settore chimico, legato più strettamente ai composti e alle formule dei farmaci stessi. Ciò a cui non pensiamo è che l’involucro, ovvero le scatole che li contengono, svolgono una funzione altrettanto importante nella conservazione e nel trasporto logistico di questi beni primari. Favillini Group, azienda storica del settore, vanta oggi un’esperienza magistrale, nonostante le difficoltà, anche recenti, durante il percorso. 

«Lungo tutta la nostra storia, abbiamo sempre avuto come obiettivo quello di raggiungere il massimo livello qualitativo, la massima soddisfazione dei clienti e l’azzeramento dell’impatto ambientale della nostra produzione. Utilizziamo infatti solo energia verde certificata al 100 per cento, proveniente da impianti di produzione da fonti rinnovabili come Energia Corrente, con cui abbiamo stipulato un contratto. Da alcuni anni abbiamo anche scelto di aderire a diverse iniziative green: al sistema di gestione per la catena di custodia del cartone Fsc®, che garantisce il mantenimento della catena di custodia del legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici, e alla certificazione ambientale Iso 14001:2015. A oggi, tra Favillini Pharmaceutical Packaging e Ideagrafica, abbiamo circa 160 dipendenti e due stabilimenti, con un fatturato complessivo di 27 milioni di euro. Abbiamo macchinari di ultima generazione e software in grado di individuare i minimi errori di stampa, come Inspection Control, che garantisce un controllo massimo sul 100 per cento della produzione, fornendo una totale garanzia per i testi realizzati con lingue complesse, come per esempio il cirillico, l’arabo o il cinese». 

Traguardi importantissimi raggiunti grazie a continui investimenti sulla qualità, tecnica e umana. Le crisi, però, non risparmiano nemmeno le aziende più solide: tra la pandemia e la guerra in Ucraina, anche Favillini ha avuto i suoi momenti di difficoltà. «L’attuale conflitto in corso in Ucraina esacerba una situazione già complessa per il comparto produttivo italiano, compreso quello cartotecnico farmaceutico. Le inevitabili ripercussioni di due anni di pandemia non si sono fatte attendere: le difficoltà nel reperimento delle materie prime e il loro aumento di costo, i tempi di consegna estremamente dilatati rispetto al passato da parte delle aziende fornitrici, l’impennata dei costi energetici e il conseguente caro bollette. A tutto questo si aggiungono oggi le ulteriori criticità legate al conflitto in Ucraina. Le conseguenze del conflitto e della pandemia da Covid-19 hanno avuto e stanno avendo un forte impatto a livello globale, coinvolgendo, in parte, anche le attività produttive del comparto cartotecnico e del nostro gruppo. L’impennata dei costi di carta e cartone continua. C’è poi la carenza di materia prima, un problema a livello globale già dall’autunno scorso, ulteriormente esacerbato dalla nuova variante Omicron. A metà gennaio 2022, le principali cartiere europee non erano in grado di consegnare prima di sedici/venti settimane dall’ordine e i loro centri di taglio avevano un lead time tra le quattro e le sei settimane. Anche questo scenario non prospetta evoluzioni migliorative per il momento». 

Un problema che ha riguardato non solo la carta, ma la materia ancora più grezza, il legno. «Russia, Ucraina e Bielorussia sono tra i maggiori esportatori di legname verso l’Europa. Sia per la drastica riduzione della produzione sia per le sanzioni commerciali ed economiche in atto, le forniture di legname e pallet provenienti da questi stati sono in crisi. I paesi scandinavi, baltici e la Germania non riescono a sopperire alla richiesta di tutti gli stati importatori. Il Consiglio di amministrazione internazionale di Fsc® ha deciso di sospendere tutti i certificati commerciali in Russia e Bielorussia e di bloccare tutto l’approvvigionamento di legno controllato dai due paesi. Ciò implica che i prodotti legnosi e forestali provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia non potranno essere utilizzati nei prodotti Fsc® o venduti come certificati Fsc® in qualsiasi parte del mondo finché il conflitto armato continua. A ciò si aggiunge poi l’impennata dei prezzi energetici. Gli incrementi hanno effetti considerevoli sia sugli aspetti legati alla produzione sia al trasporto di materie prime e prodotti. Purtroppo, anche per quanto riguarda i tempi di consegna non potranno essere analoghi a prima che queste condizioni assolutamente fuori dall’ordinario si verificassero e si sommassero tra loro, ma ci stiamo impegnando per trovare le migliori soluzioni e fare fronte alle differenti problematiche emerse, basandoci principalmente sulla lettura dei dati storici e dei forecast inviati dai clienti». L’esperienza pluridecennale, dunque, è un’ancora di salvezza in tempi burrascosi, nei quali si pensa comunque al futuro. «Per il 2022 sono previsti importanti investimenti tecnologici. Lo stabilimento di Livorno sarà dotato del nuovo Ctp Heidelberg Suprasetter 106, di una nuova macchina da stampa e della Certificazione Epd. Per quanto riguarda invece il sito di Liscate, abbiamo in progetto la creazione di nuovi spazi produttivi e la dotazione del nuovo Ctp Heidelberg Suprasetter 105 e di una macchina da stampa Heidelberg Speed Master CX 102-6+UV».

Abbiamo macchinari di ultima generazione e software in grado di individuare i minimi errori di stampa, come Inspection Control, che garantisce un controllo massimo sul 100 per cento della produzione

«Ci avvaliamo di tecnologie avanzate – afferma Favillini – che rappresentano lo stato dell’arte nel nostro settore: nel reparto prestampa e stampa con il mondo Heidelberg, mentre per i processi di fustellatura e confezionamento con le ultime tecnologie Bobst. Inoltre, già da tempo abbiamo in uso una soluzione cartotecnica con sigillo integrato nella struttura che non richiede l’uso di colla in fase di confezionamento e l’adeguamento delle linee di confezionamento da parte del cliente, il Tamper Evident. Si attiva con l’inserimento delle linguette dei tappi. Sono presenti dei punti di controllo che ne evidenziano la corretta attivazione. La presenza di pulsanti “push” facilita l’apertura dell’astuccio. La prima apertura di questa tipologia di packaging comporta, infatti, un danno visibile e irreversibile alla sua integrità, evidenziando in questo modo qualsiasi tentativo di manomissione della confezione».